Tu sei qui by David Nicholls

Tu sei qui by David Nicholls

autore:David Nicholls [Nicholls, David]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, Contemporary
ISBN: 9788854529915
Google: WeAEEQAAQBAJ
editore: Neri Pozza Editore
pubblicato: 2024-05-05T22:00:00+00:00


Di proprietà del modello

Armato di libro, Michael scese in anticipo e si sedette su una panchina lungo l’Ullswater. Sapeva che la camera di Marnie dava sul lago, quindi c’era una certa teatralità nel suo lisciarsi la barba mentre gli occhi sfioravano a malapena la pagina. Molti anni prima, quando era appena arrivato a scuola, si era premurato di farsi vedere nell’aula docenti mentre leggeva, titoli tratti dal programma di Natasha, Orwell e Steinbeck sfoggiati ad arte, perché senz’altro un’insegnante di inglese voleva chiacchierare di quello nel tempo libero, totalitarismo e alfalfa di Uomini e topi.

Comunque aveva funzionato, aveva fatto colpo, e ora eccolo di nuovo con le gambe accavallate ad atteggiarsi con un libro. Davvero puerile, quella profondità d’animo ostentata, ma era una sera magnifica e quella sarebbe stata la sua ultima notte nel Lake District. Presto avrebbe attraversato il grande altopiano del Westmorland da solo, e se l’era guadagnata quell’opportunità di passeggiare lungo la riva meditabondo, il libro sottobraccio, le mani dietro la schiena, come se presentasse un documentario sulla Guerra delle due rose.

Alle sette e mezzo rientrò, le portefinestre aperte sulla sera ancora luminosa. Aveva pulito gli scarponi e abbassato i risvolti dei pantaloni, ma anche così si sentiva borioso e sopra le righe mentre accedeva a passi pesanti nella sala ristorante. Gli si avvicinò un cameriere, tutto vestito di nero, magro e affusolato come un’anguilla, e lui d’un tratto ebbe l’impressione di trovarsi a un checkpoint mentre cercava di attraversare una frontiera con un documento falso. Se ci fosse stata Marnie, ne sarebbe uscito con disinvoltura.

«Un tavolo per due, per favore». Lo sguardo del cameriere guizzò oltre la sua spalla. «Sta scendendo. Ma prima che mi sieda, mi chiedevo, so che suona strano, ma… temo di non essere abbastanza elegante».

La cravatta che il cameriere recuperò dagli oggetti smarriti non si abbinava molto alla sua camicia color porridge. Lucida e sottile, era l’unico articolo Prada che Michael avesse mai indossato, e anche se il colletto si rivelò troppo morbido e logoro per tenerla in posizione, era una trovata spiritosa. Ordinò una bottiglia di vino bianco, il terzo della lista, per fare colpo. Il menu era in lingua locale, ma avrebbe richiesto comunque una traduzione. Au jus – lo sapeva – indicava un piatto servito con una salsa leggera, i paté qualche volta li mangiava anche a casa, ma cos’erano gli gnudi e cos’era la dukkah insieme all’anatra? Provò qualche battuta nella testa e si grattò la barba con entrambe le mani nel punto in cui incontrava il colletto, come se fosse il suo stesso cane.

«Il signore è pronto a ordinare?»

«Signore» era come lo chiamavano i giovani. Erano quasi le otto. «Possiamo aspettare ancora qualche minuto?» L’atmosfera era sempre più soffusa, la luce della candela illuminava invano la sedia vuota. Nella sala c’erano altre tre coppie, nessuna delle quali reduce da un trekking, tutte assorte nelle loro fantasie pre-erotiche, e lui si chiese se fosse il caso di togliersi la cravatta. Forse Marnie stava lavorando, o guardando la tv, o era andata a letto presto.



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